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Imparentato con l’oscurità e con la notte, il nero mantiene una duplicità ricorrente: è insieme il colore del limo e della fecondità; è il colore del peccato e del cavallo che preannuncia la carestia, ma è anche il segno della devozione; è il colore della bile nera e della malinconia, ma anche del rigore morale, della sobrietà e della Riforma.

È il colore dell’eleganza dei principi.

Nell’arte del ‘900 il nero ha assunto un imprescindibile carattere concettuale. In grado di assorbire quasi tutta la luce che lo colpisce, viene utilizzato da molti artisti e artiste in maniera sapiente con accostamenti di diverse tonalità e qualità. Più lucido o più opaco, chiaro o scuro, alternarsi di materie e materiali.

Ad Reinhardt, Untitled, 1960
Lucio Fontana, Concetto spaziale (teatrino nero), 1968
Jean (Hans) Arp, Papier déchiré, 1934
Kara Walker, Slaughter of the Innocents (They Might be Guilty of Something), 2016
Robert Motherwell, Iberia,1958
alexander rodchenko, black on black, 1918
Louise Nevelson, Sky cathedral, 1959/61
Alberto Burri, Cellotex, 1992