fuoco, un anno dopo
Un anno fa eravamo nel pieno del fermento per la preparazione del primo numero di Bollettino.
Parla di fuoco, di tutti i fuochi che si fanno in inverno per propiziare e portare la luce. Ci sono tanti modi di chiamarlo: falò, foco, fogaracci, fogarò, focone, faone che mostra palesemente la sua derivazione dal greco phaõ ovvero risplendo.
Nella notte della vigilia, tra il 9 e il 10 dicembre, in tutte le Marche e in gran parte dell’Umbria specie nella Valnerina, è viva la tradizione di accendere grandi falò per “rischiarare il cammino alla Santa Casa”.
Sono tante le usanze e le feste che attorniano il Solstizio d’inverno e quindi il ritorno della luce.
Molti popoli antichi festeggiavano il passaggio dalle tenebre alla luce: nelle tradizioni germanica e celtica precristiana, Yule era la festa del solstizio d’inverno.
La festa di Santa Lucia è una tradizione svedese veramente particolare. Il 13 dicembre in Svezia si festeggia il Luciadagen, accendendo delle candele che, con la loro luce, aiutano a combattere l’oscurità delle corte giornate invernali.
Nell’antica Roma, a cavallo del solstizio si celebravano i Saturnali: per un giorno le distinzioni sociali erano abolite e gli schiavi prendevano il posto del padrone; per l’occasione ci si scambiava dei piccoli regali.
Hanukkah o Chanukkah è una delle più importanti tradizioni ebraiche che, siccome si celebra sempre intorno al solstizio d’inverno è chiamato anche “La Festa delle Luci”, in quanto celebra “La vittoria della Luce sull’oscurità.
Il Dongzhi è una tradizione molto importante, che segue la filosofia taotista e il concetto di Yin e Yang, e che coinvolge non solo la Cina, ma anche molti paesi orientali. La ricorrenza viene celebrata ogni anno intorno al solstizio d’inverno, proprio il giorno che segnala l’inizio dell’allungarsi delle giornate. In un certo senso, come per l’Hanukkah, il Dongzhi segna la vittoria della luce sull’oscurità.
Gli iraniani trascorrono la notte più lunga dell’anno in compagnia, mantenendo viva una delle più antiche tradizioni persiane: la festa di Yalda. Il termine significa “nascita”, in riferimento alla vittoria della luce sulle tenebre e quindi all’allungarsi delle giornate e alla rinascita del sole.
I Nativi Americani Hopi e Zuni celebrano ogni anno il solstizio d’inverno con riti e danze. Tale evento viene chiamato Soyal ed è un rito di purificazione che prevede anche l’utilizzo del Paphos (il bastone per la preghiera), con cui vengono benedetti case, persone e animali.
Il Capodanno tibetano, chiamato “Losar” è certamente uno dei più lunghi del mondo, si inizia infatti a celebrare 15 giorni prima della vigilia. Durante questo periodo si può assistere a danze tipiche e si consumano piatti tipici, tra cui la famosa birra tibetana “Chhaang”.